They All Must Die. Fra odio,violenza e razzismo.





They all must die.
1998 di Sean Weathers.

Una donna bianca si trasferisce in un quartiere malfamato di Brooklyn, pensando di poter scrivere in tranquillità un libro circa le cause dell' impoverimento di alcune zone urbane.
Verrà violentata e torturata da tre teppisti neri di strada..

Le prime molestie verbali alla donna inizieranno con il suo arrivo nel quartiere,e questo ci suonerà subito come una campanella di allarme,di avvertimento..inoltre si nota il continuo passare alla velocità della luce di alcuni fotogrammi in bianco e nero ,rappresentanti le mostruosità inflitte dai bianchi in passato ai neri in America..
Non so se ci vengano mostrati dal regista (nero)come a volere giustificare quello che i tre balordi stanno per fare alla donna( cazzata assurda ,niente può giustificare la violenza a cui assisteremo)o comunque mescolando gli elementi con il risultato di fomentare l'odio e il razzismo...tutto per il regista sembra poter diventare un pretesto per dare libero sfogo ai propri istinti.

È così che dopo un'interminabile scena di violenza fisica sulla donna ,passiamo alla vendetta..
e questo è il punto debole( purtroppo) del film: la vendetta è sbrigativa e improbabile..siamo lontani dal famoso i spit on your grave(di cui gia abbiamo parlato)in questo senso.. il fatto però che la vendetta non sia troppo esagerata può essere un punto a favore allo scopo di renderlo più realistico e un Po meno sadico( o semplicemente per via di un budget sicuramente contenuto).

 Nonostante le scene di sangue siano quasi inesistenti lo stupro e l'umiliazione sono tremendi e sono ovviamente il pezzo forte di questa opera girata in maniera amatoriale che ha fatto si che rimanesse sepolta per 13 anni.

Un rape-revenge difficilmente dimenticabile.

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