Begotten. Una distorta e pessimista visione della genesi umana.


Il primo film di E. Elias Merhige è sicuramente una strizzata all'occhio di Lynch. Enigmatico,e per certi versi insopportabile ci trasporta in una dimensione surreale(proprio stile Eraserhead) dove realtà è fantasie si fondono e lasciano spazio alla realtà di oggi giorno. Il pessimismo(o realismo) nel titolo del post sta ad indicare il fatto che l'uomo sembra nato per distruggere tutto ciò che gli viene offerto dalla natura. Si perché o per potere,o per via di un progresso apparentemente inarrestabile, alcuni beni o confort pressoché inutili vengono preferiti a ciò che è madre natura gia ci offre. Questo oggi ma un tempo? Beh un tempo invece l'unica attività dell'uomo era quella di fare la guerra,quindi un'altra volta calpestare,rovinare e distruggere. Per cercare di ricollegarmi al film credo di averci visto una totale mancanza di speranza verso l'uomo,destinato nonostante l'evoluzione ad autodistruggersi.

Anche Begotten è stato preso sicuramente come spunto ,per realizzare l'immenso Madre! di Darren Aronofsky e il meno conosciuto Flesh of the void di James Quinn(il passaggio tra vita e morte,il bianco e nero rovinato e le atmosfere sono quasi identiche)

Il film si apre con un uomo seduto e mascherato, che continua a tremare e ad autoinfliggersi colpi di rasoio sul ventre.
Dal suicidio compare una donna che masturba il cadavere e da alla luce un figlio.

 Anch'esso deforme e tremante e pronto a stare al mondo,viene in realtà sopraffatto da alcuni uomini incappucciati che danno il via ai loro sadici impulsi.
L'assenza di dialoghi e i soli suoni dati dai grugniti animaleschi,o i rumori della natura rendono l'opera poco gradita ed interminabile agli occhi di molti.

Da qui la chiave di lettura più diffusa ,ossia quella in cui l uomo che si suicida rappresenta Dio ,e la donna madre natura. Il frutto del loro incontro(l'essere tremante)è la terra che viene calpestata e violentata dall'uomo.

Necessaria più di una visione per scorgere i particolari più nascosti in un lavoro visionario e difficile da digerire.

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